«Il job coaching? Un lavoro sartoriale per l’inclusione»

«Quello che facciamo con Habile, affiancando le persone con disabilità nei loro percorsi di inserimento lavorativo in azienda, è un lavoro che potremmo definire sartoriale». A dirlo è Tommaso Regazzo, Operatore del Mercato del Lavoro e fondatore/tutor di diversi laboratori nelle cooperative sociali della rete Habile.

Dalla cooperazione sociale alle aziende profit
«L’esperienza maturata nella cooperazione e con le persone con disabilità che crescono nelle nostre imprese sociali», sottolinea Regazzo, «ci ha consentito di esportare questo approccio nelle aziende profit». Un approccio che poi impatta nelle biografie delle persone, che riescono a trovare la loro strada, un loro spazio, pezzi della propria identità. Un modo per impattare nel mondo. «Ci sono tante storie da raccontare e che permettono di percepire l’importanza dell’affiancamento. L’inclusione è un percorso, che parte da analisi, ascolto, pensiero».

Storie di lavoro e inclusione
Andando nel concreto delle biografie: «Ci stiamo muovendo in diverse realtà produttive del Veneto. E quindi c’è il giovane con disabilità intellettiva che sta in ufficio e non riesce a trovare la sua dimensione, fatica a concentrarsi. Viene quindi spostato in un’area produttiva, dove il processo di lavoro cattura la sua attenzione. Ed ecco che la persona trova se stessa, fa quello che le piace». Oppure ci sono processi inversi in termini di mansioni: «C’è chi stava in magazzino, non riusciva ad ingranare. Una volta spostato in un paio di uffici ha trovato il posto giusto. Certo, sono percorsi da monitorare, seguire, verificare. Ma mi sembra si sia imboccata la strada giusta».

Come si finanziano queste attività?
La dimensione pubblica è di supporto: «C’è chi viene accompagnato con il voucher rafforzato, chi con il job coaching, entrambe misure sostenute dalla Regione Veneto. Ma attenzione: quando l’azienda coglie l’importanza di questo sostegno, perché i risultati arrivano, decide di investire proprie risorse, senza affidarsi solo agli incentivi regionali», sottolinea Regazzo. Che ha mosso i primi passi fondamentali per maturare la sua professionalità nei laboratori di panificazione e alimentari di Sobon e Riesco. «Alcuni sogni si stanno realizzando», osserva, «e c’è chi sta sbocciando e crescendo, attorno al progetto formativo pensato per ciascuno/a di loro. Certe crescite ci donano meraviglia e soddisfazione, ma non capitano a caso: sono infatti fortemente legate ad Habile, e quindi a un lavoro quotidiano di ascolto, comprensione anche del vissuto personale e familiare, coaching, verifica, sperimentazione».



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